Pietro Tonolo sax tenore e soprano Gil Goldstein pianoforte e fisarmonica Marc Abrams contrabbasso Jorge Rossy batteria
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Orari e Costi
Concerto ore 22:00
Affiliazione Endas ingresso riservato ai soci, tessera annuale €15 (validità 365 giorni dall’attivazione)
Concerto In collaborazione con BJF
Un incrocio di amicizie artistiche cementate da innumerevoli esperienze condivise porta alla creazione di un inedito quartetto all stars: “Passepartout” con Pietro Tonolo, Gil Goldstein, Marc Abrams e Jorge Rossy.
Gil Goldstein (nato a Baltimora nel 1950) ha raggiunto una notevole fama sia come strumentista (alternandosi tra pianoforte e fisarmonica) che come compositore e arrangiatore. Goldstein ha sempre frequentato i ‘piani alti’ del jazz internazionale: ha collaborato con Bobby McFerrin, Pat Metheny, MichaelBrecker, Manhattan Transfer, Al Jarreau, Pat Martino, Jim Hall, Billy Cobham, Michel Petrucciani, Richard Galliano… Di grande rilevanza è stata la sua opera di ricostruzione del lavoro orchestrale di Miles Davis e Gil Evans, mentre in qualità di arrangiatore è stato richiesto da artisti di ogni provenienza stilistica: Placido Domingo, Juliette Greco, Marianne Faithfull, Abbey Lincoln, Regina Carter, Roy Hargrove… Una delle esperienze fondamentali nella sua carriera è stata la collaborazione con Gil Evans, il guru degli arrangiatori orchestrali jazz, maestro indiscusso nell’esplorazione delle sonorità strumentali più varie applicate alla musica afroamericana.
Pochi, tra i musicisti italiani in attività, godono come Pietro Tonolo della piena e incondizionata stima dei colleghi statunitensi. Ciò si deve alla sua grande personalità, alla profonda conoscenza della musica di matrice post-boppistica e ancora alle sue numerose e prestigiose collaborazioni: dalla Gil Evans Orchestra a Kenny Clarke, Chet Baker, Steve Lacy, Joe Lovano, Steve Swallow, Dave Holland, Joe Chambers e Paul Motian, della cui Electric Be-Bop Band è stato un componente stabile dal 1999 al 2004.
Il quartetto è completato dal solido basso di Marc Abrams e soprattutto dallo spagnolo Jorge Rossy, che è probabilmente il batterista europeo che ha lasciato il segno più indelebile nella scena jazz mondiale, a partire dalla sua lunga militanza nel trio di Brad Mehldau.